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23 Luglio 2015

Washington Irving: il Natale della letteratura americana

washington irving

Washington Irving è stato l’uomo che ha insegnato all’America a festeggiare il Natale, con cinque incantevoli racconti natalizi contenuti nello Sketchbook e una sequenza onirica di St. Nicholas che vola sui tetti di New York. Da allora, la festa della natività è entrata nel cuore del popolo americano. Dopo aver soggiornato per diciassette anni in Europa, Irving rimase appena tre mesi nella sua New York prima di rimettersi in viaggio, in sella a un cavallo, verso i tramonti del West. Raccontò questa esperienza nel taccuino “Viaggio nelle praterie del West” edito nel 2013 da Edizioni Spartaco. Washington Irving morì a 76 anni, sazio di giorni, nella sua dimora di Tarrytown. Ai familiari disse, la sera prima di andarsene: “Devo acconciarmi i cuscini ancora per un’altra notte. Quando finirà tutto questo?”. Irving  ha dato il suo nome al parco di Chicago, a una città nel Texas e persino a una banca: lo scrittore più influente della moderna letteratura americana. Il poeta Henry Wadsworth Longfellow scrisse di lui: «Che dolce vita fu la sua, e che dolce morte! / Vivere per riempire di allegria le ore grigie / o per deliziare il cuore con romantiche storie. / Morire, per lasciare un ricordo simile a una brezza estiva / piena di luce e di rugiada, / dolore e gioia nell’aria». (traduzione di Paolo Graziano). Irving prese il nome dall’eroe della rivoluzione, George Washington; a sei anni lo incontrò quando era già presidente degli Stati Uniti d’America; più tardi ne scrisse la biografia, legando per sempre la sua fama a quella del generale. Paolo Graziano, traduttore e curatore di “Viaggio nelle praterie del West”, scrive, traduce, insegna. Ama la letteratura americana e suona la tromba, che sarà il suo mestiere nella prossima vita.