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Classifica Libri
VIA MARTUCCI
di Raffaele Alliegro
Il rumore delle saracinesche dei negozi che riaprivano, uno dopo l’altro, si propagò per echi successivi fino al termine di corso Garibaldi. Ugo uscì, ancora assonnato, dal bar Sayonara che alle otto e tre quarti era già da due ore in piena attività. L’aroma del primo caffè della giornata lo seguì anche all’esterno, sotto il tiepido sole d’aprile, incoraggiando la lenta camminata che faceva ogni mattina da casa alla sua libreria. Sorrise alla commessa della profumeria all’angolo. Infilò le mani nelle tasche dei jeans. Allungò il passo, girò a destra, imboccò via Martucci e vide in fondo alla strada Giovanni che correva verso di lui urlando e agitando le mani: «Vattene, scappa!». Allungò lo sguardo oltre la sagoma dell’amico che roteando le braccia si disarticolava a ogni passo e intravide le mononavicelle dei cyberguardiani che volteggiavano attorno alla libreria, la saracinesca divelta, i volumi ammassati negli scatoloni all’ingresso. Giovanni lo raggiunse. «Ti stanno cercando», sussurrò con l’unico fiato che gli era rimasto, piegandosi in due, le mani sulle ginocchia, lo sguardo allucinato: «Mi hanno chiesto dove sei, vogliono portarti via con i libri». Ugo capì. Afferrò Giovani per la manica del pullover, lo tirò a sé, arretrò di tre passi e si nascose dietro il portone aperto alle sue spalle, gli occhi sbarrati, la schiena contro il muro: «Se ci scoprono è finita». «Ma che cosa vogliono da te?». «Fino a oggi li abbiamo tenuti a bada, gli abbiamo fatto credere che la narrativa è roba inutile, vecchia, pallosa. Ma quanto poteva durare? Me lo hai detto anche tu l’altro giorno: prima o poi sequestreranno racconti e romanzi per capire che cosa c’è dentro le storie. Ecco, hanno iniziato. E per capire cosa c’è dentro porteranno via anche scrittori, lettori, filosofi, artisti e librai, perché a furia di non leggere hanno smesso di progredire. Ipertecnologici e sottosviluppati». «E a noi? A noi che faranno?». «Non lo so. Ma devono essere veramente incazzati. È da quando comandano loro, dalla terza grande guerra, che non riescono a fare passi avanti». «Sì, ma che ci faranno?» La mononavicella entrò nel portone aperto volando a mezzo metro d’altezza. Ugo schiacciò la nuca contro il muro e strinse una mano sulla bocca di Giovanni.
Sudava. Ebbe un sussulto. Si mise seduto nel letto, le braccia dietro la schiena, le mani premute sul cuscino. Aprì gli occhi e si guardò attorno: la sua stanza, il buio oltre la finestra, il comodino, il jeans sulla poltrona. Un incubo, era stato soltanto un incubo. O un sogno. La quarantena per l’ultimo virus gli aveva dato alla testa. Tutto il mondo chiuso in casa, il silenzio, le paure, l’attesa, la riscoperta di sé. «Devo raccontarlo a Tiziana», pensò. Poggiò di nuovo la testa sul cuscino, chiuse gli occhi e gli riapparve la sua libreria, che non vedeva da trentacinque giorni. Poi allungò la mano verso il comodino, prese il cellulare e compose il numero della sorella. Il portatile squillò a vuoto. I cyberguardiani l’avevano già portata via.
Raffaele Alliegro , giornalista. Nato a Napoli nel 1961, vive a Tivoli e lavora a Roma come caporedattore nel quotidiano Il Messaggero. Con Edizioni Spartaco ha pubblicato, a quattro mani con Marco Fimiani, Il destino cambia in tre attimi. Piccole storie di grandi ribellioni (2013) e il romanzo Il segreto di Bruto (2018).