Un fucile, una coperta, un cavallo, una terra sconfinata da esplorare: nel 1832, il selvaggio West americano si presentava come un infinito campo di possibilità, di aspirazioni, di speranze.
Nel suo diario di viaggio nellʼOklahoma, A Tour on the Prairies, scritto praticamente in sella a un cavallo, Washington Irving restituisce del Far West unʼimmagine viva e dinamica, ancora non contaminata da tanta letteratura e cinema di genere. Sedotto dal fascino della frontiera, lo scrittore è pronto a inseguire purosangue dal fiero portamento. E poi si lancia alla caccia del bisonte, animale che è lʼimmagine perfetta della rabbia e del furore. Eccolo, infine, riposarsi allʼombra di alberi i cui tronchi gli ricordano i pilastri di una chiesa. A seguirlo, costante, lʼombra minacciosa degli indiani.
Lontano dalle atmosfere cupe della Leggenda di Sleepy Hollow, questo taccuino racconta lʼesperienza di uno dei grandi spiriti nomadi della letteratura dellʼOttocento. Una lettura che diventa tanto più affascinante perché, attraverso le piste dei pionieri e gli accampamenti delle tribù di nativi, «Irving non cerca lʼavventura, il mito, la leggenda, bensì lʼautenticità», come scrive Roberto Donati nella prefazione. Del resto, precisa nella postfazione Leomacs, uno dei disegnatori di Tex, il viaggio è «un approssimarci alla “frontiera” che, di volta in volta, traccia gli orizzonti in espansione della nostra esistenza».
Washington Irving (1783 – 1859) è considerato il padre della letteratura umoristica americana. Viaggiatore instancabile, visse a lungo in Europa ricoprendo incarichi diplomatici e visitando Spagna, Inghilterra, Italia, Germania e Olanda. Narrò le sue esperienze in diversi resoconti di viaggio come The Sketchbook of Geoffrey Crayon (1819), che include testi celebri come Rip van Winkle e The Legend of Sleepy Hollow. Successivamente diede alle stampe Tales of a Traveller (1824), The Life and Voyages of Christopher Columbus (1828) e Tales of the Alhambra (1832), narrazione del soggiorno nel palazzo moresco di Granada. Rientrato negli Stati Uniti, percorse le praterie dell’Oklahoma al seguito di una spedizione militare, trovandovi l’ispirazione per alcuni reportage tra i quali A Tour on the Prairies (1835).
Paolo Graziano (Napoli 1975), docente di Lettere nelle scuole superiori, saggista, si è occupato di letteratura americana curando, tra lʼaltro, il volume John Fante Back Home (Menabò, 2008). Ha pubblicato studi di teoria e critica letteraria, antologie, manuali di scrittura. Dal 2011 conduce il laboratorio di scrittura creativa delle Edizioni Spartaco. A tempo perso, suona la tromba.
Roberto Donati (Arezzo 1980), saggista, è autore di Sergio Leone. America e nostalgia (Falsopiano, 2005) e, per lo stesso editore, di Sergio Leone. L’America, la nostalgia e il mito (2009). È curatore della collana di cinema Bietti Heterotopia. Con EF Edizioni ha pubblicato l’antologia a fumetti Quattro storie nere (2010). Insegna Linguaggi cinematografici e televisivi nella scuola.
Leomacs (Massimiliano Leonardo) è nato a Roma nel 1972. Dal 1993 disegna fumetti di ogni genere. Collabora con la Sergio Bonelli Editore per la quale ha realizzato varie storie che hanno come protagonista il ranger a fumetti più famoso dʼItalia, Tex Willer.