«Un atto unico» scrive Giulio Baffi nell’introduzione «deve aggredire il palcoscenico… ci prova e ci riesce Tony Laudadio nei suoi tre racconti in un tempo, scritti per il teatro». Teatro fuorilegge è fatto di tre testi potenti, di grande impegno civile. Divertenti e leggeri, che trattano temi di stretta attualità. Il comune denominatore sta proprio in quella parola del titolo: fuorilegge. Fuorilegge come un teatro che risponde anche a un desiderio di azione e di intervento sulla nostra vita quotidiana; fuorilegge come i protagonisti. E la rottura degli schemi, delle regole, molto ha a che vedere con un’altra parola, che ricorre stavolta nei testi: libertà. Un bisogno dell’anima così travolgente che riesce a mettere a nudo i sentimenti più biechi di un essere umano e che può portare alla deriva: attenzione, quindi, a non confondere quel nobile anelito con la spietata ricerca dell’affermazione di se stessi sugli altri. La Gabbia indaga nel mondo della camorra; Infanzia di un socialista racconta il sogno di un bambino tradito da se stesso adulto; L’appostamento mette insieme quattro poliziotti e un criminale: «percorsi vagamente fantastici» li definisce Baffi «momentaneamente autobiografici, ironicamente concreti, drammaticamente plausibili».
Teatro fuorilegge
La gabbia. Infanzia di un socialista. L’appostamento
introduzione di Giulio Baffi
Io ti ho liberato da una gabbia! La gabbia non è questa o quella di legno, ma i rapporti umani, le relazioni, gli obblighi familiari. Tutte le azioni che compi perché non puoi tirarti indietro, perché è così che vogliono gli altri. Chi ama non è più libero. Devi abbandonare questa follia. Che significa amare, se poi tutta la vita non è altro che una sequenza di privazioni, di desideri repressi, di desertificazione di se stessi? L’inganno dei sentimenti è l’illusione che rovina l’uomo. L’equazione assurda del sentire il bene per qualcuno e sentirsi verso di lui in obbligo. Corde strette, legacci alle mani e ai piedi. Blocchi che non ti consentono di camminare, di gesticolare, di parlare, di respirare persino, senza interrogarti se quello che farai sarà un bene o un male per i tuoi familiari. Quante volte hai sentito il peso dell’amore?
Recensioni
Recensione per “Teatro fuorilegge“: LeMondeDiplomatique gennaio2011.pdf