I racconti in cui Mark Twain immagina paradisi, con la solita sferzante ironia. Paradisi fantasiosi e bislacchi, ai quali si arriva dopo incredibili viaggi siderali, attraverso soli e comete, o più semplicemente in treno. Si passa quasi sempre una trafila burocratica più o meno complicata, gestita da angeli-impiegati o da San Pietro in persona (in questo caso, è bene lasciare la mancia con discrezione). Poi ci si gode l’eternità. Ma i cori celesti sono una lagna e, soprattutto, bisogna rivedere molte idee coltivate in vita: i bianchi sono solo un’insignificante minoranza rispetto ai popoli della terra; la stessa terra è uno sperduto granellino nel cosmo immenso; le religioni sono più di quante si possa immaginare. Dopo i paradisi ultraterreni dei primi quattro racconti, il quinto propone il paradiso terrestre rivisitato con grande poesia.
Paradisi
Istruzioni per l’uso
introduzione, cura e traduzione di Maria Turchetto
Galateo per l’aldilà
Recensioni
Recensione per “Paradisi“: Tuttolibri 17luglio2004.pdf