«Io sogno troppo e, in una Comunità dove i sogni sono tassati, questo significa essere nei guai. Lavoro per quattro soldi e neanche mezza sicurezza, eppure sono un grande contribuente. Nessun modo di fregare il fisco. Ti devi sistemare le ventose prima di addormentarti, e se non lo fai il microchip sottocutaneo segnala alla polizia onirica lo stato di sonno non connesso. Il resto lo fa la macchina collegata, giunta alla sua diciannovesima versione, e quindi ribattezzata x-19. Rivela numero e qualità dei sogni, li trasmette alla Centrale onirica, e ce li restituisce sotto forma di imponibile. Questa notte, per esempio, ho fatto due sogni di categoria A e tre di categoria B. Sono le aliquote più alte».
L’anno è il 2035: il governo impone una tassa sui sogni dei cittadini. L’IVO (Imposta sul Valore Onirico) colpisce i sogni dei poveri per esentare l’insonnia dei ricchi. Ma c’è chi si ribella. E se cambiare il mondo finisce per essere la vera illusione, l’anelito alla libertà riesce a sopravvivere solo grazie al sogno che alimenta la speranza.
Paolo Pasi (1963, milanese) è giornalista alla Rai. Ha vinto due volte il premio giornalistico “Ilaria Alpi” e, nel 2005, il premio “Giallomilanese”. Per Edizioni Spartaco ha pubblicato oltre a Memorie di un sognatore abusivo anche il romanzo Il sabotatore di campane, la raccolta di racconti E il cane parlante disse bang e il romanzo L’era di Cupidix. Nel novembre 2000 ha esordito con la raccolta di racconti Ultimi messaggi dalla città (ExCogita di Luciana Bianciardi, prefazione di Dan Fante). Altre raccolte di racconti, sempre pubblicate da ExCogita, sono Storie senza notizia e Le brigate Carosello (con prefazione di Fernanda Pivano). Il suo primo romanzo L’estate di Bob Marley è stato pubblicato da Tullio Pironti Editore nel 2007. Paolo Pasi è anche chitarrista rock.