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  • La donna che stiamo osservando mentre scopre l’irreversibilità della sua vita per diversi anni è stata il tennis italiano, quarta nella classifica Wta, con un titolo del Grande Slam vinto. Laura Cammarata aveva talento, stile e intelligenza tennistica. Poi c’ha rinunciato, per uno sbalzo di amore, e religiosità. Non l’ha detto a nessuno, e qui per la prima volta lo diremo – lasciando

    comunque all’oscuro gli altri protagonisti di questa storia –, ma quando era uscita inspiegabilmente dalla Rod Laver Arena e di fatto dall’Australian Open, interrompendo un match contro Serena Williams che stava vincendo, lo aveva fatto per l’improvvisa apparizione della madre di Cristo, sì, aveva visto la Madonna, dietro la sua avversaria. A lei era sembrato un segno

    evidente, che la invitava a smettere e cercare una strada diversa. Nemmeno per un attimo aveva provato a pensare che forse quella visione era figlia dell’eccesso di sforzo o concentrazione, che forse era solo un retaggio della sua pur rispettabile ed enorme religiosità. Niente. Aveva chiuso e riaperto gli occhi, due volte, guardato meglio e rimesso la pallina in tasca, alzato un braccio,

    chiamato l’arbitro, si era avvicinata alla rete con più determinazione di John McEnroe, chiesto scusa alla sua avversaria, e via di seguito a tutti quelli che provavano a fermarla, ripetendo sempre le stesse due parole: Non posso, Non posso, Non posso; e poi aveva infilato il tunnel che portava agli spogliatoi fra lo sconcerto generale, recitando avepateregloria a bassa voce.

    E quando si era voltata, nel casino del campo, la Madonna non c’era più. C’era invece il suo allenatore che sembrava Tony Soprano quando scopre che uno dei suoi è una spia dei federali. In quasi tutte le tivù del mondo i telecronisti si interrogavano tirando in ballo tensione e depressioni, anche notizie di gossip sulla castità della Cammarata e sulle sue

    preghiere prima delle gare, roba che Kakà appariva un chierichetto in confronto, frase scritta un mucchio di volte. Lei, invece, c’aveva giocato, con una pubblicità che la ritraeva come «Angelo dei nostri tempi». Altri giorni. Erano seguiti articoli di una stupidità irripetibile e illazioni che avrebbero meritato le aule di tribunale, ma Laura aveva capito che quella apparizione era il vero

    coronamento della sua vita. Curva irreversibile. Non potendo trasformare la Rod Laver Arena in un santuario, si era dedicata a sua sorella, lasciando lo sport, tornando nella casa dove era nata, mandando a monte contratti milionari e una vita diversa, sognata nei pomeriggi di sudore passati ad allenarsi. Un mese dopo quella decisione era morta sua madre, e lei – oltre il

    dolore – aveva visto nell’avvenimento un altro segno che avvalorava la sua scelta, incomprensibile per gli altri. Toccava a lei occuparsi di sua sorella, la diagnosi diceva: sclerosi laterale amiotrofica; Cristiana – la sorella – rispondeva: di non capire il bisogno di quella cazzata né l’improvviso ritorno. E, davanti alle spiegazioni di Laura (che omettevano l’apparizione), aveva

    risposto, gelandola: Tu, come gli altri, hai ridotto la religione a una questione privata, isolata, che è dominata dall’egoismo e dalla paura e non dall’amore. Le donne come te confondono il credo con lo shopping.

    Le sorelle misericordia

Le sorelle misericordia

Pubblicazione: 15 giugno 2017

Collana: Dissensi

Pagine: 96

ISBN: 9788896350669

Disponibilità: Ottima

Prezzo: 10.00 

Non sai mai quando hai giocato la tua ultima partita. Meno che mai, la tua migliore.

Finalissima degli Open di tennis in Australia. L’italiana Laura Cammarata sta affrontando la campionessa Serena Williams in un match che ha dell’epico. Di colpo si ferma, interrompe la gara, lascia senza dare spiegazioni la Rod Laver Arena e pone fine alla sua carriera di tennista.

La partita importante si giocherà su un altro campo, che vede contrapposte due sorelle con visioni della vita divergenti. La prima alle prese con la sua profonda religiosità, la seconda costretta su una sedia a rotelle dalla Sla.

«Due anime abitano nel mio petto» diceva Goethe. Così Ciriello contrappone le due donne in dialoghi su Dio e l’esistenza, lo sport e la malattia, Lourdes e il Grande Slam, la fede e l’eutanasia. Gli scambi sono decisi, ostili, fino all’epilogo che porta le protagoniste e il lettore dall’hinterland napoletano a Barcellona.

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Recensioni

Le sorelle misericordia recensito da Giovanna Nappi per il blog THEBOOKWORM

Le sorelle misericordia recensito da Elisa Ponassi per il blog LA LETTRICE RAMPANTE

Le sorelle misericordia recensito su Rock’n’read

Le sorelle misericordia sulle pagine di IL MATTINO

 

 

 

 

 

 

 

 

Le sorelle misericordia recensito su emozioni in font

Intervista a Marco Ciriello autore di Le sorelle misericordia su Linkiesta.it

Le sorelle misericordia recensito su Una banda di cefali

Le sorelle misericordia recensito su La contessa rampante

Le sorelle misericordia recensito su La Leggivendola

Le sorelle misericordia recensito da Riccardo Vaccari su Ti racconto un libro

Le sorelle misericordia recensito sulle pagine de Il Foglio

 

 

 

 

 

 

 

 

Le sorelle misericordia recensito sul free press Cityweek Napoli

Le sorelle misericordia recensito su L’Indiependente

Le sorelle misericordia recensito su Librofilia

Le sorelle misericordia recensito su Mangialibri

Le sorelle misericordia recensito su Il Manifesto.it

Le sorelle misericordia recensito su La Repubblica

 

 

 

 

 

 

 

Le sorelle misericordia recensito da “Mr. Hopes Stories”

Le sorelle misericordia recensito su “Letture Sconclusionate

Le sorelle miseriocrdia recensito su  “Cinema Free-Progetto Medea

Le sorelle misericordia recensito su  “Chili di Libri”

Le sorelle misericordia recensito su “Culturificio”