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  • Pensosa lettrice, per oggi, addio. In onore della più nobile e più pura ricchezza che Iddio abbia mandata sulla terra, in onore dei fiori che sono la umile e grande poesia della campagna e della città, in nome di un sentimento innato, vivido, profondo di ammirazione per questo incalcolabile dono che ci consola e ci esalta,

    queste pagine furono scritte, giorno per giorno, stagione per stagione, anno per anno, come una specie di misterioso calendario floreale dell’anima. Non sempre il cronista dei fatti umani tragici, drammatici, bizzarri, grotteschi, può fermare i suoi occhi mortali su persone e su cose che potentemente ne destino

    la sua attenzione, che potentemente s’imprimano nella sua fantasia e nella sua memoria: non tutte le figure che s’incontrano nella folla che ci attornia, non tutte le cose che accadono, nel giro quotidiano degli avvenimenti, sono degne di esser elevate a materia di arte. Ma voi, o fiori, voi che siete, sempre,

    la bellezza, una bellezza svariata, multiforme, in tutti i caratteri suoi, dai prati ai boschi, dai parchi ai giardini, dagli orti alle serre, dalle terrazze ai balconi, dovunque vi è un atomo di terra e dovunque un germe si depone; voi, o fiori, che siete sempre la poesia, in tutte le sue manifestazioni di magnificenza e di umiltà,

    di grazia e di ricchezza, di semplicità e di singolarità; ma voi, o fiori, che siete, sempre, una gioia degli occhi, una gioia dell’anima, e, spesso, il beneficio dei nervi e delle fibre; voi, o fiori, che ci apparite, in tutte le ore più alte e più basse della nostra vita, che siete la corona della gloria e della morte, che siete il dono

    dell’amore e dell’amicizia, che siete l’ornamento dei salotti e delle mense, che siete la espressione viva di ogni atto più importante della vita, come l’armonia dei giorni più vani, voi, fiori, sempre meritate che i nostri occhi trasaliscano, vedendovi, e che la nostr’anima esali il sentimento intimo che voi, fiori, sempre

    le ispirate! E ognuno deve amarvi, o fiori, poiché ognuno porta in sé stesso il vincolo con la bontà e con la poesia, ognuno deve amarvi, se il legame spirituale con la grazia e col fascino della grazia, non sia sciolto: e questo picciol libro non è fatto per convertire nessuno, poiché esso, umilmente, non fa che fissare,

    nelle parole e nelle frasi, ciò che migliaia di anime sentono e non han modo di esprimere! E addio, per oggi, lettrice pensosa. Domani, il cronista ritornerà al suo aspro, ardente e passionale còmpito di vedere che è l’urto degli uomini con le idee e con i fatti, di dire le disfatte e le vittorie di questo eterno conflitto:

    e il violento e triste spettacolo, considerato con occhi di pietà, passerà nelle vive pagine di verità e di dolore. Ma egli avrà fiorito la via del suo lavoro con questa ghirlanda spirituale: con questa ghirlanda che le sue mani hanno composta, teneramente, e che la tua anima, o lettrice, ha inteso! Matilde Serao.

    L'anima dei fiori. I simboli e gli emblemi

L’anima dei fiori. I simboli e gli emblemi

Volume 8. Cura e saggio introduttivo di Donatella Trotta. Postfazione di Antonio Pascale

Pubblicazione: 7 aprile 2023

Collana: spARTaco

Pagine: 64

ISBN: 9791280955029

Disponibilità: Ottima

Prezzo: 13.00 

«Di amore si vive; di adorazione si muore. Fra un mese tutti i girasoli saranno morti di adorazione; ma la loro vita sarà stata ardente e nobilissima!».

«Un bottone di rosa bianca significa: cuore che ignora l’amore, poiché prima che l’amore avesse animato il mondo, tutte le rose, pare, fossero bianche e tutte le fanciulle insensibili». È di un universo floreale variopinto, invece, che ci parla Serao. A ogni colore corrisponde un sentimento. Ciascun fiore sussurra all’orecchio di innamorati e amici, di uomini «che hanno molto vissuto» e donne che hanno «troppo sognato», di chi crede e spera, di chi di baci non ne riceve più. Né v’è da temere sulla caducità di un’emozione come di un petalo che si distacchi dalla corolla. Dolce è l’inganno se è vero che «tutto l’amore è fondato sovra una sublime bugia, e l’uomo che ama veramente, comincia col mentire». Le piante sono libri, sostiene Pascale: tutto sta a saper leggere. E Donna Matilde «svariati anni fa aveva capito che guardare e raccontare le piante è come raccontare la nostra storia, le radici e il cielo verso cui tendere, il buio e la luce…».

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