1975-2015. Quarant’anni dalla morte di Carlo Levi. Gli articoli che scrisse tra 1944 e 1945 evocano quanto è stato in discussione all’interno del «movimento dei movimenti» negli ultimi anni: le relazioni tra uomini e donne e gli scambi tra generazioni, le forme e i luoghi della politica e della militanza, il rapporto tra individui e istituzioni, le possibilità e i modi del cambiamento – di un regime politico, dei costumi, della vita quotidiana –, lo scarto esistente tra dichiarazioni ideologiche e pratiche concrete. Sono temi – aspirazioni – che nel 2003 sono stati travolti dalla guerra e oggi restano soffocati da una banale pratica politica, ma non per questo perdono il loro valore.
Carlo Levi (1902-1975) iniziò la sua militanza antifascista negli anni Venti; legato prima a Piero Gobetti, fu poi nel movimento «Giustizia e Libertà» e quindi nel Partito d’azione. Pittore e scrittore, la sua fama è legata soprattutto ai «romanzi-saggio» Cristo si è fermato a Eboli (1945), racconto del suo confino politico in Basilicata nel 1935-1936, e L’Orologio (1950), racconto della sua esperienza umana e politica tra Roma e Firenze nel 1944-1945.
Filippo Benfante (1973) ha studiato la biografia di Carlo Levi per il suo dottorato in storia (concluso nel 2003, presso l’Istituto universitario europeo di Firenze). Con Piero Brunello ha pubblicato Lettere dalla Curva sud (Odradek, Roma 2001).