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  • All’inizio, quando Meredith fece della stanza il suo studio − vale a dire un anno dopo aver preso la casa − il soffitto era come tutti gli altri soffitti: un po’ scolorito dal fumo (il camino, infatti, si riempiva sempre di fumo quando il vento soffiava da ponente, anche se Meredith aveva tentato la novità del comignolo metallico girevole), forse con una tonalità più sbiadita verso il centro.

    Tutto qui. Dopo che si fu insediato nello studio, il soffitto assunse molto rapidamente un colore scuro perché per accendersi la pipa Meredith non usava i fiammiferi ma accendeva il lume, tenendo la fiamma quasi al massimo. Verso Natale il comignolo si stancò di dover sempre voltare le spalle al vento, o forse fu l’eccessiva rotazione a stremarlo. In ogni caso, cominciò a

    ingoiare l’aria a scatti spasmodici, di modo che nel corso di questo periodo di aberrazione lo studio si riempì di una caligine di minuscoli e secchi girini neri e di puntini dello stesso colore. Al tutto si accompagnava un linguaggio − quale non mi era mai capitato di udire − molto scelto... perfino per uno come Meredith. Ai primi di gennaio, comunque, Meredith acquistò un comignolo

    nuovo che quando non si ingolfava funzionava decisamente bene. In questo modo il fastidio si attenuò, quasi come se il comignolo non ci fosse mai stato. Ma questa smodata inalazione di particelle di fuliggine, sommandosi forse al bacillo dell’influenza, fece sì che Meredith si ammalasse. Sedeva alla scrivania col malanno che peggiorava assieme a lui, finché agli inizi di febbraio il

    raffreddore e la conseguente tosse, unendosi a quella sgradevolissima sensazione di avere sempre la testa ovattata, lo costrinsero a mettersi a letto. E lì ricadde nella sua vecchia abitudine di usare come panacea il whisky scozzese ben invecchiato. Non credo che lui e la moglie andassero d’amore e d’accordo, ma la mia è soltanto una supposizione perché quando lo andavo a

    trovare la moglie non compariva mai. Forse non le rendo giustizia dicendo che lo trascurava. Credo però che ci sia qualcosina di sbagliato quando a un uomo ammalato come lui si permette di starsene a letto a inzupparsi letteralmente di whisky. Ma una cosa è certa: queste copiose e solitarie bevute lo fecero guarire.

    Il soffitto stregato e altre visioni

Il soffitto stregato e altre visioni

Versione e cura di Stefano Manferlotti

Pubblicazione: 29 marzo 2024

Collana: Elitropia

Pagine: 88

ISBN: 9791280955098

Disponibilità: Ottima

Prezzo: 14.00 

La mia candela, una minuscola lingua di fiamma in tanta vastità, non riusciva ad arrivare fino all’estremità opposta della camera e, al di là della sua isola di luce, lasciava un oceano di mistero e suggestione.

Fantasmi, prodigi, apparizioni. Ma niente è come sembra. Il “soprannaturale” di Herbert George Wells è in continua lotta con il razionale. Scettici e creduloni, uomini di scienze e di lettere si fronteggiano in uno scontro dove la debolezza umana può imbattersi in quel «verde orrore» di cui già parlava Omero.

Una macchia sul soffitto che prende la forma di una donna misteriosa. Un gioco di luce che proietta la sagoma di una defunta. Un inquietante sosia che vaga molesto durante la vigilia di Natale. Un’ombra che terrorizza un giovane entrato nella casa sbagliata. Una camera infestata dalla più invincibile delle presenze, la paura.

Cinque storie, cinque affascinanti “visioni”, nell’elegante e originale traduzione di Stefano Manferlotti, che si aprono con un racconto scoperto pochi anni fa e adesso per la prima volta proposto in italiano. Tutte rivelano aspetti inediti dell’opera del grande scrittore britannico che indaga il paranormale al lume della ragione.

Stefano Manferlotti, professore emerito di letteratura inglese, ha insegnato all’Università di Napoli Federico II. Oltre a numerosi saggi in rivista e in opere collettanee, ha pubblicato volumi su Shakespeare, Orwell, Huxley, Joyce, Burgess e sulla letteratura interetnica in Gran Bretagna. Intensa anche la sua attività di traduttore. Ultima, in ordine di tempo, la traduzione e cura de La fattoria degli animali di George Orwell (Marsilio, 2021). Dirige la collana di studi inglesi e americani Il Leone e l’Unicorno edita da Liguori.

 

«Wells è lo storico dei secoli a venire» Joseph Conrad

«I libri di Wells dovranno incorporarsi alla memoria generale della specie» Jorge Luis Borges

«L’uomo di scienza che è in Wells ha sempre l’ultima e chiarificatrice parola» Stefano Manferlotti

 

Libro pubblicato con il contributo della Regione Campania.

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Recensioni

«Al razionalissimo Herbert George Wells (1866-1946), le storie di fantasmi stavano sulle balle. Ma non le considerava balle, cioè frutto di deliberate costruzioni e ricostruzioni di eventi, bensì il risultato di suggestioni, sogni, incubi, oppure di banali errori percettivi. Per questo, in un certo senso si costrinse a scriverne, proprio per svelarne e confutarne oltre ogni ragionevole (e irragionevole) dubbio gli abbagli». Daniele Abbiati su ilGiornale.it.

«Difatti oltre agli incubi dell’anima e le paurose vicende legate a inspiegabili fenomeni, a leggere con più impegno ll soffitto stregato e altre visioni verrà alla luce la razionalità dello scrittore britannico, il suo essere uomo di scienza e le sue idee politiche e religiose». Teresa D’Aniello su SoloLibri.net.