L’improvvisa morte di Fatima trasforma in detective un tranquillo professore di filosofia. Si uniscono a lui un collega, il fratello maggiore della ragazza e un ex maestro, che ha lasciato la cattedra per un distintivo da commissario. Fatima stava realizzando delle interviste di strada sulla xenofobia. Alcuni giorni prima di morire, si era imbattuta in un fanatico. Per venire a capo della vicenda, bisogna trovare la videocassetta sulla quale è stato registrato l’incontro.
Al prof ne capitano di cotte e di crude, ma non si arrende: nella testarda ricerca della verità è confortato dal caro “Manu” Kant e dagli altri padri del pensiero filosofico; cita Tintin, scomoda Proust e ricorre a Marlowe mentre cerca di ricostruire le ore che hanno preceduto il suicidio della studentessa. Poi anche una compagna di classe di Fatima scompare nel nulla. E il mistero s’infittisce.
Un “noir” in cui il tema forte dell’intolleranza si fonde a una scrittura fluida, ironica, accattivante; una storia in cui l’amore finisce per essere sopraffatto dall’ottusa condanna del “diverso”.