Ernesto è un adolescente che sta imparando a crescere. Ha genitori attenti, la bici, la scuola, lo sport, i libri. Ma le trasformazioni dentro di sé e nel contesto in cui vive lo fanno sentire diverso e costantemente in bilico tra la paura e il bisogno di stare con gli altri. A segnare il corso dei suoi giorni è Roberto, un coetaneo di grande dignità e pochissimi mezzi che diventa il suo migliore amico. È lui che lo accompagna a Blanco, villaggio di pescatori ormai in ginocchio a causa della siccità e delle imposizioni del governo militare. Qui Ernesto entra in contatto con la realtà di ragazzi che, mettendo in pericolo se stessi a beneficio della propria comunità, rubano l’acqua nel castello-caserma. A guidarli, uno strano prodigio legato a un’antica leggenda sudamericana, una scia luminosa che nella notte disegna per loro passaggi sicuri. Essere catturati significherebbe la fine. In questa sua vita segreta, Ernesto conosce anche l’amore, che ha il nome, il volto, gli occhi scuri di una ragazza ribelle: Flor.
Donato Cutolo regala ai lettori una nuova “suggestione”, senza luogo né tempo definiti, i cui contorni sono i sentimenti. Protagonista un ragazzo, poi uomo, in dialettica con le sue fragilità. Giustizia, riscatto, coraggio, amicizia, vincoli familiari, ma anche tenerezza, insicurezza, denuncia, rabbia, tumulti interiori sono le chiavi di volta di una storia che si fa pentagramma nelle musiche di Fabio Tommasone, respiro nella tromba di Fabrizio Bosso e voce nella lettura di Luigi Lo Cascio, in una vibrante esperienza sinestetica.
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Libro pubblicato con il contributo della Regione Campania.