La vita di Carlo Pisacane, patriota napoletano del Risorgimento, è un avvincente romanzo. Personaggio generoso, ribelle, pieno di coraggio, intelligenza, forza polemica, di origini aristocratiche eppure primo socialista della nostra storia, ha espresso nel testamento spirituale, redatto andando a morire a Sapri, il grande sogno di un’Italia nuova, più democratica, più giusta.
Questa biografia, emozionante nella vicenda umana, puntuale nella ricostruzione storica, ne racconta la passione travolgente per Enrichetta Di Lorenzo, le imprese militari, le opere anticipatrici di un’epoca ispirata a idee di equità sociale.
Amore e patria furono l’orizzonte della sua esistenza.
Fu conteso dai salotti di Parigi e di Londra; conobbe gli aridi deserti del Nord Africa, la triste condizione di esule in Svizzera, l’intensa stagione della Repubblica Romana, la quiete solitaria dell’Altopiano Ligure, e fu anche in Abruzzo, in Trentino, in Lombardia a combattere contro l’Austria, mosso da passioni personali e politiche, da amicizie e scontri con gli altri grandi del Risorgimento.
Il Mezzogiorno ha avuto con Pisacane un interprete straordinario dei suoi valori e delle sue sofferenze: nell’ultimo momento, drammatico, definitivo, impartì l’ordine di non sparare contro i contadini. Questo anche se il popolo lo chiamava brigante, malfattore, senza dio.