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La sala è stracolma. È presente quasi tutto il mondo istituzionale che si occupa di povertà in città.
Al tavolo ci sono gli assessori alle politiche sociali del Comune e della Regione, il presidente della Commissione consiliare sulla povertà e il segretario cittadino del partito di entrambi gli assessori.
In sala associazioni, cooperative, un paio di grandi ONG, consiglieri comunali e regionali e tantissimi giornalisti.
L’atmosfera è quella delle occasioni storiche. Tutti aspettano il grande annuncio.
L’assessore comunale, padrone di casa, accende il microfono.
Silenzio.
Brusio di approvazione dal pubblico.
L’assessore regionale annuisce, con espressione di falsa modestia.
Scoppia inarrestabile l’ovazione del pubblico. Anzi una vera e propria standing ovation. Qualcuno si abbraccia, altri scattano foto, ed i flash illuminano la sala per almeno due minuti. Tutti postano le foto su Facebook, Twitter, Instagram, che per poco non vanno in tilt. L’hashtag #AbolitaPovertàFrottole diviene uno dei trending topic della giornata.
Seconda standing ovation. Più abbracci di prima, scene di vera gioia, e ancora foto a gogo.
Prende la parola il presidente della commissione consiliare.
Applausi di cortesia. Poche foto. Più della metà del pubblico, mentre il presidente parlava, stava già riunendosi in piccoli capannelli per discutere di progetti e partenariati per i bandi regionali.
Il segretario cittadino del partito prende la parola per ultimo.
Terza standing ovation. Anche chi parlava nei capannelli si interrompe per ascoltare, ed alla fine i gruppetti si sciolgono in un abbraccio collettivo.
Un giornalista chiede di poter fare una domanda.
L’assessore comunale prende il microfono, con l’espressione di chi ha appena saputo di essere stato nominato re del mondo.
Il segretario del partito annuisce convintamente. Il pubblico si lascia andare ad un brusio di ammirazione. Il giornalista sembra molto soddisfatto. Si fa dare il comunicato stampa del Comune, in realtà scritto dall’ufficio stampa del partito, che copierà e incollerà in un minuto e il suo articolo sarà già fatto.
La giornata è giunta al termine. L’assessore riprende il microfono per i saluti di rito. Dal fondo della sala, timidamente, si alza una mano. Qualcuno lo fa notare all’assessore che, visibilmente infastidito, prova a fare finta di niente. Ma, da qualche parte della sedia dal quale si è alzata la mano, si sente anche una voce, debole, intimidita, ma insistente: “Scusi?”.
L’assessore, gioco forza, rispolvera un sorriso a 28 denti umani e 4 d’oro: “Prego, dica pure”.
Si alza una ragazza minuta, alta non più di un metro e cinquanta, la faccia rossa per l’imbarazzo, non si sa se più per timidezza o proprio per l’imbarazzo per quello che ha sentito finora.
Nessuna standing ovation. Nessun applauso. Solo un collaboratore dell’assessore si avvicina alla ragazza e le scatta una foto, Dopo, così, potranno capire con calma chi è e per chi lavora.
L’assessore assume un colore misto tra il rosso paonazzo e il giallo travaso di bile. In pratica una specie di arancione.
Ma la ragazza che aveva posto la domanda non è più in sala. Qualcuno sparge la voce che abbia avuto un malore improvviso e che sia stata portata al pronto soccorso. Qualcuno dice di aver visto il presidente della cooperativa per cui lavora prenderla sotto braccio e portarla fuori. “Che uomo! Sempre pronto a intervenire a favore di chi è in difficoltà! Speriamo non sia niente di grave”.
Ma tutto bene, alla fine. Mariella non ha nulla di grave.
Il giorno dopo, infatti, qualcuno la vede in ottima forma, e se ne rallegra.
La vede entrare nell’ufficio disoccupazione.
Che, dalla sera prima, è divenuto “Ufficio di supporto per chi ha deciso autonomamente di prendersi un paio di anni sabbatici”.
(Musica consigliata per la lettura dell’inedito: Come vorrei, Ricchi e Poveri)
Marco Ehlardo (Napoli, 4 febbraio 1969), esperto di migrazioni e asilo e di terzo settore, ha lavorato per oltre dieci anni a Napoli in servizi per migranti, coordinando un programma di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo. Ad ottobre 2014 è uscito per la Edizioni Spartaco il suo primo libro “Terzo settore in fondo: cronistoria semiseria di un operatore sociale precario”, atto di denuncia, in forma di romanzo/saggio ironico, di una parte del mondo dell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, attraverso le avventure di un operatore sociale precario, Mauro Eliah. A giugno 2016 uscirà il seguito, sempre per le Edizioni Spartaco, intitolato “Fratello John, sorella Mary”.