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Accogliamo le righe scritte da Alessio Bottone, dottorando in studi letterari all’Università di Salerno e prezioso consulente di Edizioni Spartaco, come saluto al filosofo campano Aldo Masullo, scomparso all’età di 97 anni.
«Non dimenticherò mai la voglia di ascoltare che aveva, soprattutto dai giovani: lui che aveva tanto da dire e che tanto sapeva».
Alcune persone sono un dono per gli altri. Lasciano un’impronta in chi ha la fortuna di incontrarle. E lo fanno a tal punto da sfidare l’oblio della morte, anzi da vincerlo con gentilezza. Era una di queste il Professor Aldo Masullo, spentosi ieri nella sua casa napoletana circondato da libri stipati in ogni angolo, che dagli scaffali e dalla scrivania arrivavano fino alla porta d’ingresso, quasi antiche colonne chiamate ad accogliere i tanti amici, allievi ed estimatori. Una vita intera dedicata allo studio, all’insegnamento, alla politica come passione civile. Alla filosofia. Ma, come propose giocosamente a un pubblico di giovani ascoltatori qualche anno fa, questa parola potremmo anche abolirla: resterebbe il pensare, attività che egli ha praticato con lucidità fino agli ultimi giorni. Un pensare rigoglioso e mai chiuso in sé, vivace e sempre affacciato sul mondo. Un pensare riflesso nel vissuto del quotidiano e nell’etica dei comportamenti: così alcuni concetti attorno a cui ruotava la sua indagine di “filosofo”, quali l’intersoggettività o la paticità, divenivano gli stessi che i suoi interlocutori potevano sperimentare in prima persona, declinati come disposizione all’ascolto e all’empatia (non solo intellettuale). Il dialogo, insomma, inteso quale pratica umanissima oltre che costume meditativo, “dialettica della solitudine” per citare la sua ultima opera, summa compiuta di uno straordinario percorso di ricerca. Ecco perché ci mancheranno i suoi libri non più dell’uomo, ma di entrambi continueremo a essere pieni…
Alessio Bottone