Per la prima volta quest’anno Edizioni Spartaco partecipa a “Una marina di libri“, il festival dell’editoria indipendente giunto alla nona edizione, organizzato da Centro commerciale naturale Piazza Marina&Dintorni, in collaborazione con le case editrici Navarra, Sellerio e la libreria Dudi.
L’appuntamento è per giovedì 7 (dalle 17 a mezzanotte), venerdì 8, sabato 9 e domenica 10 giugno (dalle 10 a mezzanotte) nell’Orto botanico dell’Università degli studi di Palermo, in via Lincoln, 2.
Edizioni Spartaco, oltre a portare in Sicilia il suo nutrito catalogo, contribuirà al programma degli eventi con la presentazione del romanzo novità 2018 “Lo scemo di guerra e l’eroe di cartone” dell’autore siciliano Alberto Maria Tricoli. L’incontro con i lettori si terrà, nell’ambito della sezione Cucitor di canti – La Sicilia narrata ieri come oggi, sabato 9 giugno alle 21, al Tepidarium, sempre all’interno dell’Orto botanico. Introduce e presenta Cinzia Orabona.
Alberto Maria Tricoli, storico dell’arte e tipografo, nel romanzo ‟Lo scemo di guerra e l’eroe di cartone” offre al lettore la possibilità di scegliere una definizione di uomo di valore. Lo scrittore attinge alla sicilianità più schietta per delineare la personalità di Nirìa e Libbertu, protagonisti del libro. Terza protagonista, che si rifiuta di rimanere sullo sfondo, è la Seconda guerra mondiale, contesto ideale per mettere alla prova la forza d’animo di un individuo. Lo stile scorrevole ma non banale, semplice ma ricercato, diretto ma non scontato, e il linguaggio, una miscela di italiano e vernacolo siciliano, comprensibile e accattivante, rendono la storia godibile, con picchi di tragica crudezza, genuina tenerezza, comicità scoppiettante.
Edizioni Spartaco a Palermo promette di farne di tutti i colori, almeno quante sono le sezioni del Festival.
Giallo – Noir, le forme del giallo. È dello scrittore francese Armand Julia il noir “Il sangue di Fatima“, che vede un tranquillo professore di filosofia trasformarsi in detective e affiancare nelle indagini un ex maestro, che ha lasciato la cattedra per un distintivo da commissario. Alcuni giorni prima di morire, Fatima si era imbattuta in un fanatico mentre stava realizzando delle interviste di strada sulla xenofobia. Per venire a capo della vicenda, bisogna trovare il video dell’incontro.
Nero – Gotica. La libreria “La strega mascherata“, covo del Soviet, dà il titolo al romanzo di Colonel Durruti, lo pseudonimo con cui i due scrittori francesi Jouanne e Frémion hanno firmato la serie di polizieschi «sovversivi» Oltralpe intitolata Il Soviet. Nel Soviet si muove una dottrina creativa del terrorismo: il crimine è solo uno strumento iniziale, propedeutico, che schiva integralismi o ideologie. I membri sono anarchici o ex anarchici (artisti, architetti, estetiste…) ma dell’anarchia manca il vocabolario, la sintassi, l’accademia: demolire il sistema non serve, meglio scuoterlo e poi decostruirlo, usarne le parti integre e creare “una situazione che renda impossibile qualunque marcia indietro”.
Rosso – Maestri e ribellioni. Albert Camus è stato uno degli autori più significativi e originali del Novecento, a lungo dimenticato in quanto intellettuale critico e militante senza partito. Le sue prese di posizione di sinistra libertaria, nel contesto di una guerra fredda dominata dalla logica del «con me o contro di me», caddero nel vuoto, bollate come inattuali. Oggi sono proprio la coerenza e la sincerità di certe posizioni, sul franchismo, sulla politica sovietica e il comunismo, sulla questione algerina o sul federalismo europeo, a fornirci solidi strumenti per leggere in modo inedito il nostro passato prossimo e per interpretare e affrontare il nostro presente. «Lui è andato avanti da solo e a volto scoperto» dice la figlia Catherine nell’intervista che chiude il saggio “Albert Camus. L’unione delle diversità“ dello studioso Alessandro Bresolin, venduto a Le Presse Fédéraliste, tradotto e pubblicato in Francia nel 2017 con la prefazione di Agnès Spiquel, presidente della Société des Études camusiennes.
Verde – Il cammino verde. Un fucile, una coperta, un cavallo, una terra sconfinata da esplorare: nel 1832, il selvaggio West americano si presentava come un infinito campo di possibilità, di aspirazioni, di speranze. Nel suo diario di viaggio nellʼOklahoma, A Tour on the Prairies, “Viaggio nelle praterie del West“, scritto praticamente in sella a un cavallo, Washington Irving restituisce del Far West unʼimmagine viva e dinamica, ancora non contaminata da tanta letteratura e cinema di genere. Sedotto dal fascino della frontiera, lo scrittore è pronto a inseguire purosangue dal fiero portamento. E poi si lancia alla caccia del bisonte, animale che è lʼimmagine perfetta della rabbia e del furore. Eccolo, infine, riposarsi allʼombra di alberi i cui tronchi gli ricordano i pilastri di una chiesa. A seguirlo, costante, lʼombra minacciosa degli indiani.