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Classifica Libri
«Divagare mi suona come un altro verbo, errare: che non significa necessariamente sbagliare, ma andare qua e là, senza una meta certa. Divagare, ovvero uscire dalla via dritta, allontanarsi. Sono sempre più convinto che alla fine sia questo il modo migliore per raggiungere la meta: seguendo le linee oblique o curve, magari spezzate e poi riprese. E di un’altra cosa sono convinto: a volte si taglia il traguardo solo restando fermi. Ovvero non macinando chilometri, ma scavando in profondità. Nel tempo più che nello spazio». Errano tra i libri, tra presente e passato, tra riflessioni e descrizioni, tra Italia e Grecia, TITO BARBINI e PAOLO CIAMPI, autori del libro «L’isola dalle ali di farfalla» pubblicato da Edizioni Spartaco. A chiacchierare con loro, in diretta dalla pagina Facebook della Libreria Spartaco di Santa Maria Capua Vetere (Ce), domenica 9 maggio, alle ore 18.30, LAURA BALDI, docente del liceo classico Cneo Nevio di Santa Maria Capua Vetere (Ce).
GLI AUTORI
TITO BARBINI, già sindaco più giovane d’Italia nella sua Cortona, amico di personalità quali François Mitterand, nel 2004 ha interrotto la sua esperienza di politico per intraprendere un lungo viaggio zaino in spalla dalla Patagonia all’Alaska, poi raccontato nel primo libro, Le nuvole non chiedono permesso. Da allora non ha più smesso di viaggiare e di raccontare luoghi e incontri, con libri di successo che oggi lo propongono come uno dei grandi scrittori di viaggio in Italia. Malgrado l’abbandono degli incarichi amministrativi mantiene viva la passione per la politica, quale luogo di possibilità e utopie.
PAOLO CIAMPI, giornalista e scrittore fiorentino, si divide tra la passione per i viaggi e la curiosità per i personaggi dimenticati nelle pieghe della storia. Ha all’attivo oltre trenta libri, con diversi riconoscimenti nazionali, dal Premio Spadolini per la biografia all’Albatros Città di Palestrina giuria dei ragazzi. Da Un nome (Giuntina, 2006) è stato tratto un film, mentre L’ambasciatore delle foreste (Arkadia, 2018) è stato proposto allo Strega. È molto attivo nella promozione degli aspetti sociali della lettura, partecipa a numerose iniziative nelle scuole e da anni promuove cammini e passeggiate letterarie.
IL LIBRO
Un’isola della Grecia, baie solitarie e sentieri di pastori all’interno: Astypalea, può essere questo l’altrove per leccarsi le ferite e scappare dalle delusioni. È il posto che Tito, uomo da sempre appassionato di politica, sceglie per fuggire da un’Italia dove non si riconosce più, segnata dall’intolleranza, dal pregiudizio. Ma ancora una volta non resiste alla tentazione di scrivere a Paolo con cui, malgrado l’età e i punti di vista diversi, da anni si confronta. Il loro è un canto e controcanto, tra richiami all’arte e alla poesia, mai banali, un pugno nell’ombelico della ignoranza diffusa e sempre in cattedra in un Belpaese dimentico della sua storia di approdo e di accoglienza dei sogni di gran parte dell’Eurasia antica e moderna. Sono cartoline da un’isola remota, messe l’una dietro l’altra, un autentico filo di Arianna per uscire dal labirinto e dal buio di un tunnel, un luogo angusto dove i confini contano più degli spazi aperti. Ma anche una conversazione sulle possibilità e sulle utopie, che diventa il terreno ideale per coltivare un’idea di futuro. Perché è quando le cose vanno peggio che si può davvero ripartire. «Vorrei sentirmi addosso questo uscire che è entrare, questo partire che è lasciare per diventare altro, che è perdersi e quindi forse ritrovarsi. E questa libertà, questa pienezza: vele gonfie di vento e una rotta che asseconderemo»