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Il tema di “BookPride Milano 2024” è COSA VOGLIAMO. A interrogarsi sui propri desideri sono i personaggi femminili dei romanzi di quattro autori di Edizioni Spartaco, in omaggio alla Giornata internazionale della donna. La fiera inizia proprio l’8 marzo e allo stand C15 potrete incontrare i protagonisti in carta e ossa.
Flaminia Festuccia, autrice di “La stagione dei papaveri“
Silvia vorrebbe…
Si è ridotta a leggere un vecchio numero di Focus, Silvia, mentre tutto dentro di lei urla che dovrebbe prendere Nicola per un orecchio e riportarlo alla ragione come si fa coi ragazzini un po’ scemi.
Invece sta lì, legge un articolo già letto, mangia l’ennesimo pacchetto di patatine mezzo sbriciolato ben sapendo che non sono certo un toccasana per quel brufolo che minaccia di esploderle sul mento, e ribolle dentro.
È che il problema con Nicola è sempre quello. Cioè non proprio con Nicola, il problema è suo e solo suo se non riesce a parlare con Nicola come si fa con le persone, come riesce a fare con chiunque altro. Anche Elena glielo dice sempre, che sembra una cretina quando parla di lui, e pure quando parla con lui.
Però stavolta quel (meraviglioso, stupendo, fichissimo, adorabile) cretino di Nicola l’ha fatta grossa. Ma cosa gli è saltato in mente di portare qui il Nemico? Sì, il Nemico, con la N maiuscola, uno che potrebbe metterli nei guai con mezza parola detta a cena al papino. E invece a Nicola gli sembra normale, eh? Portarsi qui nel loro covo Giacomo Oleandri, l’adorato figlioletto di quello stronzo di Goffredo Oleandri che sono anni che con la sua bella fabbrichetta inquina a tutto andare fregandosene delle leggi e dell’ambiente e del futuro.
Almeno non sono l’unica incapace di tenere testa a Nic, si dice mentre pesca un’altra manciata di patatine. Gerry si scioglie come un ghiacciolo appena Nicola lo guarda, Al farebbe un quadruplo salto mortale sul posto solo per compiacerlo.
Altre patatine, altra pagina voltata.
Li sbircia da sopra la rivista, quei campioni di umanità a cui si accompagna ultimamente.
Che poi bisognerebbe dire che lei c’era da prima di Nicola, no, perché sennò sembra una scema che sposa una causa qualsiasi solo perché si è innamorata come una pera cotta del fascinoso guerrigliero. No, che cavolo, ci stava prima lei qui, a dar retta a Fabrizio, a studiarsi le statistiche, a scrivere gli articoli di denuncia per il giornale della scuola, a preparare i cartelli per le manifestazioni. Poi è arrivato mister occhiblu e ha deciso che si doveva passare all’azione e ha deciso anche che era lui la mente dell’operazione. Bam, finita, tutti ai suoi piedi. Lei compresa.
Perché è intelligente pure, Nicola, oltre che bello. Tutto il contrario di questo Giacomo che si è portato dietro anche oggi. Che passi alla festa l’altra sera, ma qui, davvero, mentre stanno progettando la prossima incursione alla Oleandri Tessile, ma ti pare cosa da fare?
Probabile che di tutta la faccenda Giacomo non abbia capito granché, per fortuna. Non sembra molto sveglio. Oh, beh, almeno pare pure lui abbastanza succube del fascino di Nicola da non essere forse così pericoloso come temeva lei.
Ha una faccetta ancora da bambino, ma non è male a guardarlo bene. Anzi, dai, si può dire che è carino, un po’ goffo ma carino, tutto preciso con la divisa della scuola da figli di papà dove poi alla fine va anche Nic, pure se sembrano usciti da due universi opposti a vederli vicini ora. L’altro giorno alla festa nemmeno lo aveva guardato, era troppo incazzata con Nicola che la stava ignorando tutto preso dal suo nuovo amichetto. Aveva preferito mollarli da soli, sperando che prima o poi Nicola venisse a cercarla. Spoiler: non lo aveva fatto.
Nicola, Nicola, Nicola. Possibile che la metta così tanto in difficoltà. Quando la guarda con quel sorriso le potrebbe far credere qualsiasi cosa, chiedere qualsiasi cosa, come ha fatto prima quando si è presentato col tizio, là, Giacomo. Una via di mezzo tra un agnellino e una bomba a orologeria, in mezzo a loro. Poi la fissa con un’aria da pesce lesso, se n’è accorta benissimo. E però Nicola se lo tiene in palmo di mano come fosse un tesoro scoperto solo da lui. Avrà i suoi fini, probabilmente. Potrebbe anche essere così gentile da condividerli con loro.
Segna a mente: beccare Nic da solo e parargli con la scusa di capire bene che pensa di fare infilando con loro Giacomo Oleandri.
Beh, almeno non è una ragazza, si dice Silvia, che riesce a sopportare le infatuazioni di Nicola solo finché restano fuori dagli ambiti romantici, solo finché in quel loro gruppo di eletti l’unica femmina resta lei.
Sono i suoi amici, loro tre, e non ha intenzione di farseli scippare dalla prima scema di turno che sbatte le ciglia e che delle cose loro sa meno di niente. Non che ci sia molto movimento su quel fronte, in realtà. A parte Gerry, forse, lui è il tipo che ha sempre le mani in pasta da qualche parte. Si conoscono dalle medie, con lui, e anche se non è il classico che piace alla fine rimorchia sempre. Al, invece, mai visto con una. Silvia ha la netta impressione che gli piaccia molto più Gerry, a lui, di qualunque esemplare femminile possa comparirgli davanti. Povero Al. Uno come Gerry sa essere ben crudele, quando ci si mette.
Si lecca le dita cosparse dalle ultime briciole delle patatine e alza di nuovo gli occhi di soppiatto a studiare quello che le succede intorno. Gerry fa i suoi disegnetti macabri di animali agonizzanti – cos’è stavolta? Una balena? – Al fuma alla finestra fissando Gerry in un modo che sembra gli escano raggi laser dagli occhi, Giacomo se ne sta tutto composto a ripassare col pennarello nero i cartelli che gli ha assegnato Gerry come un bambino dell’asilo col suo compitino, e Nicola… Nicola sta sempre curvo su quei suoi quadernetti a scrivere. Silvia darebbe un braccio per poterli leggere.
«Sentite questa» dice allora, per smuovere un po’ le acque con uno di quei fatterelli random che di solito fra loro fanno partire i dibattiti «In teoria il femore umano è più forte del cemento armato»
Solo Gerry le dà un po’ di soddisfazione. E Al, anche. Nicola niente. Ci vuole lo stupido discorso sugli zombie del suo nuovo amichetto per risvegliarlo.
«Devono piacerti molto, gli zombie» gli dice allora, a Oleandri, più acida di quanto vorrebbe. Lo vede che ci resta male, il povero Giacomo Oleandri. Nessuno gli avrà mai detto di no in vita sua, al signorino con la fabbrica e la villa su in collina. La bella vita, di sicuro. Non che a lei manchi qualcosa, ma si sente così incastrata in una strada che permette pochi sbocchi ai suoi desideri.
Si immagina in una di quelle serie tv dove si va studiare lontani da casa, col campus e le feste e le lezioni davvero interessanti. Vorrebbe studiare all’estero, magari. Scrivere, anche. La giornalista, ecco cosa potrebbe fare bene. Le inchieste serie, tipo sulle fabbriche di qui e tutto il resto. Viaggiare, fare le interviste esclusive, smascherare i cattivi, quelli veri, quelli che continuano a dire che tutto va bene e intanto distruggono il futuro del mondo. Essere la reporter che se ne va ai confini della foresta amazzonica per un servizio sullo sfruttamento delle popolazioni locali e il disboscamento per far posto alla canna da zucchero, con il suo fido fotografo al seguito. Chissà se Nicola ama la fotografia.
Eh, ma i suoi sono stati ben chiari. Sei tanto brava, Silvietta, ci servi qui al negozio. Bastone della vecchiaia e menate del genere. Abbiamo messo su tutto questo per darti un futuro, che ne sarà se tu te ne vai a studiare lontano. E per loro lontano è anche due ore di treno. Se ci pensa già soffoca, una vita tra gli scaffali a riordinare le stoffe, a servire la massaia che vuole la cerata a disegni di limoni per farci la tovaglia del tinello, la borghese di turno che sfoglia i campionari un po’ schifata cercando il velluto giusto per rifoderare i divani del salotto buono.
Chi può volere una vita così?
Magari da qui all’estate le cose cambiano, riesce a convincerli. Per adesso i suoi desideri sono molto più minimi e immediati, anche se non per forza più realizzabili.
Che sparisca quel brufolo sul mento, ad esempio.
Che domani il compito di algebra sia un po’ più semplice dell’ultima volta, che la matematica è l’unica cosa che minaccia la sua media dell’ottovirgolacinque.
Che al momento di andare via Nicola la guardi e le offra un passaggio su quel suo fantastico vespino rosso, partire dietro di lui abbracciandolo stretto come l’ultima volta e non lasciarlo andare mai più.
Etichette: 8 marzo, Book Pride Milano 2024, edizioni spartaco, Flaminia Festuccia, Giornata internazionale della donna, la stagione dei papaveri, milano, Silvia, SuperStudio Maxi