Italo Svevo
Italo Svevo (Trieste 1861-Motta di Livenza 1928), al secolo Ettore Schmitz, è uno dei padri del modernismo italiano, con lui fanno ingresso nella nostra letteratura i temi novecenteschi dell’alienazione e della nevrosi, come nel capolavoro La coscienza di Zeno. Dal crogiolo triestino, attratto dal pensiero di Schopenhauer e Darwin, guardò alla crisi dell’io, raccontando la coscienza divisa e bloccata dell’uomo borghese attraverso gli inetti protagonisti dei suoi romanzi, dall’Alfonso Nitti di Una vita all’Emilio Brentani di Senilità. Ma è nel personaggio di Zeno Cosini che racchiuse i nuclei portanti della sua poetica, dal rapporto tra sanità e malattia a quello tra vita e scrittura, che emergono con forza anche nelle commedie, nei racconti e nelle stesse favole, “ombre luminose” che rischiarano l’opacità dei giorni e geometrie narrative di senso assoluto.
Una burla riuscita. Le favole
Se per Novalis la favola è «filosofia allo stato naturale», per Svevo è u [...]
Se per Novalis la favola è «filosofia allo stato naturale», per Svevo è una «misura d’igiene», un prolungamento dell’esistenza, una forma semplice capace di darle un senso e un ordine. Questo diventa [...]