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Solitamente inizio a scrivere su carta, affidando alla mia inseparabile penna l’annotazione dei dati salienti di una storia. La successiva scrittura sul pc diventa così una prima revisione del testo originario.
Perché usi questo metodo?
Negli anni ho dovuto fare di necessità virtù. Una Margherita, cioè mia figlia, si è impadronita giustamente della stanza-studio, e così ho iniziato a sperimentare una nuova modalità di scrittura: alla sera, possibilmente tardi, inizio a tratteggiare il contorno di una storia o di un romanzo, poi mi lascio andare all’ispirazione. Su carta è più difficile infilarsi nell’imbuto dei ripensamenti, con cancellazioni e riscritture. Per quelle c’è sempre tempo.
Dunque bisogna assecondare il flusso dei pensieri?
Il consiglio è di aprire il rubinetto dell’immaginazione e di lasciarlo scorrere. In fondo è un’apparente mancanza di metodo, perché negli anni questo procedimento in parte caotico si è rivelato affidabile. Certo, il momento della verifica di una storia lunga richiede sempre un periodo di tempo dedicato interamente: la revisione finale del mio ultimo romanzo, “La canzone dell’immortale“, ha richiesto per esempio un mese di quasi isolamento, preceduto però da un paio d’anni di lavoro. Senza contare l’editing fatto assieme alla parte necessaria: l’editore appunto.
Ma l’editore non è il “nemico”?
La fase di editing richiede flessibilità mentale nello scrittore, perché dietro un rilievo o un suggerimento ci può essere uno sviluppo positivo e imprevisto del racconto o del romanzo. Ultimo consiglio: fidatevi dei sogni e delle premonizioni del primo mattino. Spesso le idee si annidano nel sonno, e occorre quindi sistemare penna e taccuino sul comodino prima di spegnere la luce. Buon divertimento.
Paolo Pasi è giornalista alla Rai. Ha vinto il premio giornalistico Ilaria Alpi e, nel 2005, il premio Giallomilanese. Per Edizioni Spartaco nel 2009 è uscito Memorie di un sognatore abusivo, accolto in maniera lusinghiera dalla stampa («Un cocktail dove Zavattini sembra andare a braccetto con Orwell e Cronenberg» la Repubblica; «Una distopia scorrevole e beffarda» Corriere della Sera; «Uno dei migliori romanzi futuribili italiani degli ultimi anni» Il Giornale). Pasi è anche chitarrista e compositore: il cd Fuori da schermi raccoglie nove canzoni, di cui ha scritto musica e testi.
Etichette: consigli di scrittura, edizioni spartaco, Il sabotatore di campane, L'era di Cupidix, la canzone dell'immortale, Memorie di un sognatore abusivo, Paolo pasi, rubrica, writing